15, 2021
 
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Saggio

Alfonso Casella

Tabucchi, Sereni e Maria do Carmo. Genesi letteraria di un equivoco editoriale

Dopo aver esordito nel 1975 con Piazza d'Italia (Bompiani editore), Tabucchi prosegue con Il piccolo naviglio (Mondadori, 1978) e con Lettere a capitano Nemo, romanzo che verrà pubblicato postumo. È sulla scorta delle nuove lettere inedite recentemente scoperte, missive in cui Tabucchi lamenta il ritardo nella pubblicazione del suo terzo romanzo, che possiamo oggi ricostruire l'involontaria genesi letteraria de Il gioco del rovescio (Il Saggiatore, 1981), testo che ha affascinato numerosi lettori europei e influenzato il futuro dello stesso Tabucchi.


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Saggio

Muriel Maria Stella Barbero

Ut pictura poesis: il margine figurativo del sonetto della Sistina di Michelangelo

Il disegno a margine dell'autografo del sonetto I'ho già fatto un gozzo in questo stento di Michelangelo Buonarroti rappresenta l'esempio più interessante e significativo di collaborazione tra parola e immagine nell'opera dell'artista. Attraverso un'attenta analisi delle relazioni tra lo schizzo e la poesia che lo affianca, il saggio si propone di interpretarne il significato alla luce del concetto di ut pictura poesis, così come viene concepito nel Cinquecento e in particolare nelle parole del personaggio di Michelangelo nei Diálogos em Roma di Francisco de Hollanda.


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Saggio

Filippo Pecorari

Le forme linguistiche della dialogicità nei testi di dedica, dal Cinquecento a oggi

L’articolo si propone di riflettere in prospettiva storico-linguistica sulla presenza di allocutivi e vocativi nei testi di dedica, attraverso l’analisi di un corpus di 100 dediche prodotte dal Cinquecento ai giorni nostri. Le forme analizzate sono segnali del carattere dialogico del testo, in quanto testimoniano l’esistenza di un destinatario ratificato della comunicazione linguistica. Sotto questo aspetto, il genere testuale della dedica rivela un chiaro percorso evolutivo: fino ai primi dell’Ottocento, l’impiego pressoché esclusivo del modello epistolare comporta un alto tasso di dialogicità, che si addensa particolarmente nell’apertura e nel congedo della lettera; dall’Ottocento in avanti, l’affermazione di nuove forme di dedica (epigrafica, nominale, inclusa) conduce progressivamente il genere fuori dall’alveo della dialogicità.


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