15, 2021
 
Wunderkammer    
 

Andrea Battistini

Il mestiere più bello del mondo



Ringrazio l’Università di Bologna per il titolo di Professore Emerito, un riconoscimento a cui tengo e terrò sempre più che a ogni altro. Desidero esprimere un pensiero grato alla mia «Alma Mater», che per me è stata davvero alma, perché mi ha alimentato, nutrito con quello straordinario sostentamento che Dante, alludendo ai Salmi, chiamava il «pane degli angeli». In questa occasione per me così emozionante sento il dovere di rivolgere un pensiero grato ai miei maestri. Valga per tutti il professor Ezio Raimondi che, per continuare la metafora del pane, è stato il migliore ‘fornaio’ che mai potessi avere. Per le mie origini non sarei certo stato destinato a studiare per tutta la vita come invece ho potuto grazie al suo insegnamento e al suo sostegno accademico (inutile negarlo), che mi ha permesso di fare il mestiere più bello del mondo, quello cioè di conoscere, di curiosare, di frugare un po’ in quante più direzioni possibili, con la stessa piena libertà di un vagabondaggio senza preclusioni. Rifacendosi senza citarlo proprio a Dante, Primo Levi ha detto una volta che «l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra». Soggiungeva anche che «questa è una verità che non molti conoscono», ma a me ha fatto davvero pensare che, almeno da questo punto di vista, posso dire di avere la consapevolezza di essere stato felice. Levi è stato anche un chimico che ha frequentato assiduamente la letteratura, è stato uno scienziato e insieme un letterato, dedicandosi tanto alle scienze dell’uomo quanto alle scienze della natura. Non solo: ha anche auspicato con ardore di gettare delle passerelle che superino i crepacci innaturali tra le cosiddette «due culture». A questo proposito devo dire che nell’Università di Bologna, dove a vario titolo ho trascorso più di cinquant’anni (dal 1966 al 2017), ho trovato il terreno fertile e i materiali più adatti per costruire questi camminamenti multidisciplinari. Nel corso del tempo ho avuto rapporti di feconda collaborazione con ingegneri, chimici, medici, matematici, con alcuni dei quali sono perfino diventato amico. Devo tuttavia riconoscere che, se i nostri rapporti non si sono mai nemmeno incrinati, forse si deve al fatto che abbiamo sempre discusso di scienza e di letteratura, e mai di questioni accademiche legate ai concorsi e alla carriera nostra o di nostri allievi. Tra l’altro, è stato proprio un ingegnere, l’ingegnere Francesco Ubertini, ora oltretutto Magnifico Rettore, a concedermi l’onore impareggiabile di firmare la prefazione al mio libro ultimo. Gli sono molto grato di questo, oltre che per il titolo di Emerito che ha voluto conferirmi insieme con il mio Dipartimento, il Senato accademico e con l’intero corpo accademico. Ringrazio tutti di cuore, certo che non potrò mai estinguere il debito contratto con loro e con l’Università di Bologna, per tutto quello che mi ha donato.

A. B.



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Nota
In omaggio ad Andrea Battistini, scomparso prematuramente il 30 agosto 2020, si ripubblica qui il testo del ringraziamento da lui pronunciato all’Università di Bologna, nell’Aula Magna di Santa Lucia, in occasione della solenne cerimonia di conferimento del titolo di Professore Emerito (5 febbraio 2020). Il testo è stato trascritto da Paolo Tinti e pubblicato per la prima volta in una plaquette numerata dall’Associazione Culturale Italic (Fermignano, febbraio 2020). Durante il semestre primaverile 2018 Andrea Battistini ha tenuto un corso all’Istituto di Italianistica dell’Università di Basilea nell’ambito delle Lezioni basilesi: Narciso allo specchio. Aspetti e forme dell’autobiografia settecentesca (Fig. 1). La fotografia che qui si pubblica è stata scattata all’inizio della prima lezione (5 marzo 2018; Fig. 2).

M.A.T.