3, 2009
 
Abstracts      english version  
 

Saggio

Maria Antonietta Terzoli

Dediche leopardiane III: opere in versi della giovinezza e della maturità (1818-1831)

La prima e la seconda parte di questa ricerca − sulle dediche dell'infanzia e dell'adolescenza (1808-1815) e su quelle dei lavori eruditi dell'adolescenza e della giovinezza (1815-1825) − sono uscite nei primi due numeri di «Margini» (2007, 1; 2008, 2). L'indagine si applica ora agli anni della giovinezza e della maturità (1818-1831), concentrando l'attenzione sulle quattro, intensissime dediche epistolari premesse da Leopardi a testi poetici: la dedica a Vincenzo Monti delle prime due canzoni (All'Italia e Sopra il monumento di Dante) uscite all'inizio del 1819 con data 1818, quella alla protagonista della canzone Per una donna inferma (rimasta inedita), quella a Leonardo Trissino della canzone Ad Angelo Mai pubblicata nel 1820; infine quella splendida e solitaria indirizzata Agli amici suoi di Toscana, scritta alla fine del 1830 e premessa alla prima edizione dei Canti (1831). L'analisi attenta di questi testi liminari (eventualmente modificati tra un'edizione e l'altra) consente di comprendere meglio la poetica stessa di Leopardi e di seguire da vicino l'evoluzione dei suoi giudizi sulla letteratura italiana contemporanea.


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Saggio

Isabella Becherucci

Dediche manzoniane

Sebbene non numerose e limitate alla prima grande stagione della produzione poetica di Alessandro Manzoni, le dediche che aprono alcune delle sue opere s'impongono per la varietà della loro realizzazione e per la forte componente biografica che sempre sottintendono: dalle incisive parole per l'amico d'oltralpe, Claude Fauriel, in fronte alla prima tragedia Il Conte di Carmagnola, all'originale tributo al poeta nazionale tedesco Teodoro Koerner per l'ode Marzo 1821, al commovente riconoscimento per l'amatissima Enrichetta Blondel sulla prima pagina dell'Adelchi, che si avvale della forma e dei modi dell'epigrafe funeraria. Lo studio si apre sulla preliminare vicenda della dedica di Giovan Battista Pagani che, all'insaputa di Manzoni, offre a Vincenzo Monti la seconda edizione del carme In morte di Carlo Imbonati, e si chiude accennando a quella consuetudine tutta manzoniana della dedica privata che impreziosisce molte copie delle successive opere, Promessi sposi compresi, del grande Lombardo.


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Saggio

Chiara Schiavon

Una via d'accesso agli epistolari. Le dediche dei libri di lettere d'autore nel Cinquecento. Prima parte

Il saggio prende in esame le dediche degli epistolari d'autore pubblicati intorno alla metà del Cinquecento, tra i cui quelli di importanti letterati come Pietro Aretino, Pietro Bembo, Claudio Tolomei e Annibal Caro, oltre a molti altri personaggi letterariamente di secondo piano ma importanti per il mondo della stampa e della cultura. Questa prima parte del lavoro, dopo alcune osservazioni introduttive su fatti formali (tipo di dedica, posizione, intitolazione), si concentra sulla figura del dedicatario, sia da un punto di vista testuale (il ritratto del dedicatario di volta in volta realizzato dagli autori), sia dal punto di vista contestuale (le relazioni che legano il dedicatario all'autore e all'opera, le motivazioni che sottostanno alla dedica e le conseguenze della stessa).


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Saggio

Giulia Ponsiglione

Funzioni e finzioni nelle dediche di Luigi Guicciardini a Cosimo I de' Medici

Analizza e mette a confronto le dediche indirizzate da Luigi Guicciardini a Cosimo I de' Medici, presenti nella Comparazione del giuoco delli scacchi alla Arte militare e nell'Historia del Sacco di Roma. Le due opere guicciardiniane, che a una prima lettura possono apparire sostanzialmente eterogenee per contenuti e struttura, rivelano in realtà una medesima intenzione pedagogica e adulatoria di fondo. Tale intenzione emerge in particolare proprio nelle due dediche al Duca, "luoghi" testuali privilegiati in cui l'autore può più liberamente elaborare le proprie strategie di autolegittimazione politica e culturale.


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Saggio

Laura Nocito

Ai margini della letteratura femminile: per un primo approccio alle dediche di poetesse nel Cinquecento

Il saggio presenta una ricerca sui testi di dedica di alcune poetesse del Cinquecento, mettendo in evidenza non solo la presenza femminile all'interno del sistema letterario del secolo, ma anche elementi specifici della loro produzione in questo genere di testi. La ricerca, sebbene effettuata su un corpus circoscritto, mostra come le autrici abbiano saputo usare l'istituto della dedica rispettando le norme consuete della pratica dedicatoria, ma piegandola nel contempo a contrastare la rafforzata misoginia della seconda metà del Cinquecento.


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